Ben l’83% degli italiani ritiene che i polli, ancora oggi, siano allevati in batteria la verità è tutt’altra. E invece questo tipo di allevamento è stato abolito 50 anni fa perché incideva negativamente sulla qualità della carne e non trovava gradimento tra i consumatori.
L’equivoco nasce dal fatto che ancora molti italiani confondono i polli con le galline, non sapendo che l’allevamento dei polli da carne e quello delle galline ovaiole sono due metodi di allevamento distinti e completamente diversi.
Per i polli da carne l’allevamento in batteria non esiste più da 50 anni: oggi il 100% degli animali viene allevato a terra, all’aperto o, più frequentemente, all’interno di ampi capannoni ben aerati e illuminati, dove razzolano liberamente su strati di paglia o truciolati di legni assorbenti e igienici. Inoltre, molti capannoni di ultima generazione sono dotati di speciali "botole" che permettono agli animali di uscire all'aperto.
Le galline ovaiole, invece, possono essere allevate in tre modi: a terra, all’aperto o in batteria. In quest’ultimo caso molti allevatori scelgono di adottare le gabbie – che prevede che le uova vengano deposte direttamente su un nastro trasportatore – per ridurre al minimo il rischio di contaminazioni microbiche tra il guscio dell’uovo e le deiezioni della gallina.
Attenzione quindi, se ci vengono proposte immagini di polli in batteria dobbiamo sapere che stiamo in realtà vedendo un allevamento di galline ovaiole o allevamenti non italiani o comunque risalenti a oltre 50 anni fa.